Da tempo è in atto una profonda trasformazione della professione ed è noto come la rivoluzione digitale abbia da tempo investito la professione in maniera dirompente, aprendo un notevole dibattito interno alla Categoria. Per alcuni soggetti, infatti, la digitalizzazione dei processi fiscali e contabili produrrà una progressiva perdita di valore delle attività di base, a favore delle società di servizi o delle software-house e a discapito dei Commercialisti.

Il cambiamento è sicuramente inesorabile, ma le sfide del futuro possono essere uno stimolo a usare i nuovi strumenti che la tecnologia impone. D’ora in poi, il cliente avrà sempre più bisogno di un professionista che sia capace di avere il pieno dominio tecnologico e normativo. E questo, anche nell’ottica dell’accompagnamento alle piccole imprese che non sono in possesso di una cultura manageriale.

Stante la presente situazione, alcune delle direzioni verso le quali la nostra Categoria può e deve indirizzarsi sono il controllo di gestione, la consulenza aziendale e straordinaria. Perché il Commercialista, con le sue competenze, è senz’altro il professionista che può contribuire a integrare conoscenza e innovazione nella cultura organizzativa d’impresa, per incrementarne i risultati.

Inoltre, non possiamo trascurare che la consulenza in ambito fiscale, settore dove domina l’incertezza interpretativa, rimarrà senz’altro un nostro focus nonostante questi importanti mutamenti, con particolare riferimento al contenzioso tributario.

Ad ulteriore esempio, la recente riforma introdotta dal Codice della crisi d’impresa che ha introdotto un sistema di procedure di allerta e di composizione assistita, finalizzate ad anticipare l’emersione dello stato di crisi aziendale renderà necessario lo sviluppo di professionalità con elevata specializzazione che gestiscano gli strumenti per la soluzione delle crisi e siano in grado di interpretare e rilevare squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario.

Ancora, si pensi agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals o SDG) concordati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Essi mirano a risolvere un’ampia gamma di problemi riguardanti lo sviluppo economico e sociale, come l’istruzione, il cambiamento climatico, la gestione delle risorse, soltanto per citarne alcuni. Sotto questo profilo, i Commercialisti possono giocare un ruolo importante di rilevanza professionale e sociale, nel facilitare la diffusione degli SDG rispetto a specifici portatori di interesse e alle istituzioni.

Non dobbiamo, inoltre, trascurare il ruolo dei Commercialisti negli Enti locali, non solo quali Revisori dei conti ma soprattutto quali consulenti nei piani di sviluppo dei territori e negli studi di fattibilità di investimenti diretti a incidere in modo stabile sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità di appartenenza. 

Un altro ambito d’azione, a volte sottovalutato e trascurato per le sue implicazioni, è quello del Terzo Settore. È un campo nel quale i Commercialisti hanno sempre espresso una particolare sensibilità sociale che non va accantonata o perduta. Si tratta di contribuire non soltanto a migliorare l’organizzazione e la corretta amministrazione degli Enti non profit, ma anche di rendersi protagonisti nel contribuire a rendere visibili e trasparenti gli obiettivi, in termini di risultati sociali e culturali.

Il discorso sotteso a queste considerazioni è molto chiaro: per offrire questi servizi, bisogna muoversi con tempestività in modo da acquisire un vantaggio competitivo. In secondo luogo, è necessario aggregarsi, fare rete e condividere le singole specializzazioni. Bisogna interpretare i segni del nostro tempo, con la consapevolezza che sarà la qualità professionale a fare la differenza.

E arriviamo al nocciolo della questione: come si gestisce il cambiamento, con riferimento al ruolo e al valore del nostro lavoro? È sicuramente importante mettere in atto un piano strategico di comunicazione per spiegare all’opinione pubblica l’attualità e l’utilità della professione economico-giuridica. Comunicare al pubblico, inteso in senso ampio, la nostra competenza, il sapere e il saper fare, è la sfida più grande che abbiamo di fronte. 

La nostra Categoria, finora, lo ha fatto poco e male. Si tratta di un’occasione sprecata, perché siamo professionisti che hanno a cuore le sorti delle imprese che assistono e del Paese in cui vivono. 

La prateria di opportunità che abbiamo davanti agli occhi è ampia: spetta a tutti noi sapere interpretare in maniera adeguata il ruolo che ci compete nel futuro.